XI.522



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Benedetto Zorzi a Galileo
1592.12.12

Michelangelo GALILEI a GALILEO in Roma

Monaco, 27 aprile 1611.

Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VI, car. 192-193. — Autografa.

Car.mo et Hon.do S.r Fratello,

La vostra gratissima mi è stata resa insieme con quella della Ser.ma Arciduchessa, quale a vostra requisitione([250]) à scritto al Ser.mo Duca Guglielmo([251]) in mia raccomandatione; et per ancora non l'ò possuta consegnar a S. A., mediante la sua absenza. La lettera la tiene il Sig.r Dottor Mermano([252]) appresso di sè, quale alla tornata del Duca gnene presenterà con comoda occasione; et di quello che sia per fruttarmi, vi avviserò a suo tempo, ringratiandovi([253]) intanto per mille volte del'ufitio che avete fatto per me; et mi vi raccomando di cuore a volermi aiutare in qualche maniera, poi che Iddio vi à dato la gratia di poterlo fare. Et essendo voi in tale felice stato, non vi sdegnate a riguardar in dreto verso i vostri che sono in bisogno, nè voler vendicarsi de' disgusti ricevuti; chè a l'ultimo, se vorrete considerare alle cose passate, tutto in quello che vi contrariavo([254]) era solo pregiudizioso a me solo: et in somma l'animo mio è stato sempre affetionatissimo verso i mia, et in particolare verso di voi; et voglio credere che non abbiate mutato quella vostra solita benigna natura, et che vi ricorderete del povero Michelagnolo vostro fratello, et oltra alle infinite vostre lodi, che sono sparse per il mondo, crederò che vorrete che la carità verso i vostri non rimanga in dreto, et quella faccia più manifesto le vostre virtù. Io non so esprimer il mio concetto; ma havendo a trattar con voi, basta per esser inteso. Ho presente da più bande, in che consideratione et stima siate, non solo alle Ser.me Altezze di Toscana, ma di tutta l'Europa; et oltra a gl'honorini e carezze che vi vien fatto, siate stato da diverse bande presentato molto largamente; et in conclusione che siate in stato di poter soccorere i vostri senza alcuno vostro incomodo. Et hora che il mio Vincenzino è qui a tavola, vi si raccomanda di cuore; che se voi lo vedessi, son certo che diresti non potersi veder la più gratiosa e bella creatura: et so che l'affetione non m'inganna.

Mi dite in questa vostra ultima, come mi havete scritto 3 lettere senza averne risposta. Io l'ò ricevute tutte, et a tutte ò dato risposta. Tutte le cose scoperte da voi sono state molto grate intendere a queste Altezze et a molti in questa città, a' quali ò fatto vederne parte, ciò è li Pianeti et le cose della luna, che n'hanno ricevuto gran meraviglia: et se io non fussi stato, molti([255]) non haveriano creduto nè visto mai niente; et in particolare queste Altezze, poi che hanno inteso come io ò fatto vedere tutte queste cose a diversi, l'ò messe in desiderio d'affaticarsi ancora esse; et intendo come hanno hauto il loro intento, con molta lor meraviglia e gusto. Il Ser.mo mio Padrone([256]) à un comodo istrumento, dove posa su la canna; et l'occhiale che li mandasti, lo porta sempre seco quando va fuora della città, et gl'à fatto fare una bellissima([257]) canna d'ebano. L'occhiale del Ser.mo Duca Guglielmo lo tengo ancora appresso di me; et havanti che io intendessi quello che è occorso, stupivo vedendo che S. A. non lo domandava: salvo che, circa 2 mesi fa, disse al S.r Dottor Mermano che cosa era del suo occhiale. Li rispose che l'aveva il Galilei, con l'aiuto del quale 4 giorni havanti aveva visto ottimamente cose lontanissime, et che li pareva uno strumento rarissimo. S. A. allora non disse altro, solo che credeva che non dovessi servir per la sua vista. Et perchè il Dottor Mermano à sempre mille negotii inportantissimi da trattar con S. A., da l'ora in qua non s'è più parlato d'occhiale, et ancora perchè S. A. sta il più del tempo fuori.

Quello che volevo dirvi è, che il mio padron di casa, ch'è pittore del Duca Guglielmo et molto suo domestico, mi disse a questi giorni che si trovò presente quando S. A. ricevette l'occhiale; et per haver esso pittore visto più volte il mi[o], et per consequenza qualche poca di pratica, subito si messe a metterlo insieme; et senza star a guardar se i vetri erano netti, o vero aggiustar lo strumento, et più senza alcun sostegno, si messeno a guarda[r] fuori d'una finestra; et quello che aiutava questo bel maneggio, era un giorno([258]) che fioccava la neve a più pottere: a tale che S. A. et il pittore si risolvettero a dire di non haver visto niente. Et io li dissi et mostrai tutte le circustanze che bisognava osservare in mettere in opera tale strumento. Io mi sono accorto che il Duca, non havendo potuto veder allora cosa alcuna, si inmagini che non sia strumento per i suoi occhi, et per questo non se ne curi nè ci pensi più. Ma io ò informato del tutto il S.r Mermani, il quale con comodità informerà S. A.; et crede che presto lo vorrà vedere, tanto più ch'ò fatto fare uno strumento da poter maneggiar con grandissima comodità il cannone, secondo che altre volte v'ò scritto([259]).

Io poi non ò mancato nè manco di goderlo, in fino che mi resta nelle mani: et la mattina sono stato più volte, all'aprir della porta, fuori per osservar Venere lunata, la quale appariva([260]) in circa un'ora avanti lo spuntar del sole; ma sempre che l'ò osservata, è stata l'ora troppo tarda, a tale che non ò potuto discerner quello che mi scrivete, per la chiarezza del giorno. Credevo ancora poter osservar Saturno, non essendo molto lontano da Venere; ma nè anco quello ò potuto veder niente, a tale che per l'avvenire mi voglio risolvere andare a dormir fuori della città, qui poco lontano in un luogo d'un mio amico: et voglio usar ogni diligentia di veder tutte quest'altre cose, acciò quando haverò un altro occhiale da voi, secondo che m'avete promesso, io possa far veder le dette cose a' mia amici, sì come ò fatto veder quest'altre.

Ò inteso con molto mio piacere che i vostri avversari si sieno resi vinti: et l'haverli hauti un pezzo per contrari, et poi restati chiariti, maggior honore e gloria è la vostra. Ò di più inteso la vostra andata a Roma et la maniera che andate, et del tutto sento infinito contento, del qual luogo so che ne riporterete honore et utile; et di quello che seguirà mi farete sommo piacere tenermi avvisato, consegnando costì in Roma le lettere al S.r Giovanbatista Crivelli, per la via del quale riceverete questa, non vi scordando però le corde, chè ne sono in gran necessità. M. Cristoforo([261]) me ne mandò da Padova dui mazzetti, che non son buone a niente. Quando tornerete a Firenze, aspetterò che mi mandiate i ritratti, quali molto desidero d'avere. Io non posso far di manco di non tornar a pregarvi a volermi haver per raccomandato, et a soccorermi adesso che Dio vi dà gratia di poterlo fare et che io sono in bisogno, senza dire ch'havete fatto assai per me: lo confesso; ma non è già tanto quello ch'avete fatto, che non sia maggiore la vostra amorevolezza et le vostre presenti forze. Et pensate che non ò più che 220 fiorini l'anno, et se non fussino stati alcuni scolari che ò hauto, mal per me: et al presente non ò più che dui, et Dio sa quanto dureranno: oltra che il mio mal vecchio mi torna a travagliare, et hora m'à tenuto in letto 3 giorni. Oggi mi son pur levato, et sono stato a trovar il Sig.r Mermani, quale vuole ch'io faccia una purga che mi costerà qualcosa.

Vi torno a ringratiar de l'occhiale che mi mandasti, per il quale il Ser.mo Elett[o]re([262]), a riquisitione di mio suocero, mi donò 100 scudi, che quelli m'hanno sollevato un poco. Il Sig.r Mermani vi si raccomanda con ogni affetto, et insomma è tutto vostro, et vi celebra sommamente; et a suo tempo vi prego a ricordarvi di lui circa l'occhiale, et credetemi che sarà bene inpiegato. Et per fine io con tutti di casa vi ci raccomandiamo di vivo cuore, con pregarvi da nostro Signor ogni felicità, et in particolare la sanità.

Di Monaco, li 27 d'Aprile 1611.

Vostro Aff.mo Fratello

Michelag.lo Galilei.

Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Oss.mo

Il Sig.r Galileo Galilei.

In palazzo del Ser.mo([263]) G. Duca di Toscana.

Roma.

([250]) Cfr. n.° 497.
([251]) GUGLIELMO V.
([252]) TOMMASO MERMANNI.
([253]) ringrantiandovi — [CORREZIONE]
([254]) Cfr. n.° 174.
([255]) monlti — [CORREZIONE]
([256]) MASSIMILIANO I
([257]) bellessima — [CORREZIONE]
([258]) giurno — [CORREZIONE]
([259]) Le lettere nelle quali MICHELANGELO GALILEI entrò in siffatti particolari, non pervennero insino a noi.
([260]) appiriva — [CORREZIONE]
([261]) CRISTOFORO VENDELINO.
([262]) ERNESTO, Elettore di Colonia.
([263]) de Ser.mo — [CORREZIONE]



Livia Galilei a Galileo
X.49 1593.05.01



Guilia Ammannati a Galileo
X.50
1593.05.29



Mercuriale a Galileo
X.65
1599.07.09




Galileo a Guilia Ammannati
X.71
1600.08.25




Galileo a Michelangelo
X.74
1601.11.20



Galileo a Michelangleo
X.135
1606.05.11



Michelangelo a Galileo
X.174
1608.03.04



Michelangelo a Galileo
X.290 1610.04.14



Maximilian a Galileo
X.354
1610.07.08



Michelangelo a Galileo
XI.522 1611.04.27



Giovanni Roffeni a Galileo XI.592 1611.10.11



Galileo a Lodovico Cardi XI.713 1612.06.26



Lorenzo Pignoria a Galileo XI.781 1612.10.12



Michelangelo a Galileo
XI.798 1612.10.21




Lorenzo Pignoria a Galileo
XI.801
1612.11.23




Lorenzo Pignoria a Galileo XI.816
1612.12.28




Lorenzo Pignoria a Galileo XI.834 1613.01.25



Francesco Rasi a Galileo
XI.838 1613.01.28




Lodovico Cardi a Galileo XI.870 1613.05.03



Michelangelo a Galileo
XII.1051
1614.10.22



Michelangelo a Galileo
XII.1271
1617.08.16



Michelangelo a Galileo
XII.1422 1619.10.10




Benedetto Castelli a Galileo
XIII.1791
1626.08.01




Michelangelo a Galileo
XIII.1805 1627.01.06



Michelangelo a Galileo
XIII.1815 1627.05.05



Michelangelo a Galileo
XIII.1829
1627.07.14



Michelangelo a Galileo
XIII.1833
1627.08.04



Michelangelo a Galileo XIII.1857
1628.02.26




Michelangelo a Galileo XIII.1863 1628.03.22



Michelangelo a Galileo XIII.1867
1628.03.29




Michelangelo a Galileo
XIII.1870 1628.04.05



Michelangelo a Galileo
XIII.1876 1628.04.27




Michelangelo a Galileo
XIII.1887 1628.06.06




Michelangelo a Galileo
XIII.1893
1628.06




Michelangelo a Galileo
XIII.1895 1628.07.05



Michelangelo a Galileo
XIII.1899 1628.08.23



Benedetto Castelli a Galileo XIII.1908 1628.11.17



Lorenzo Petrangeli a Galileo
XIV.2091
1630.12.11




Lorenzo Petrangeli a Galileo XIV.2110
1631.02.06




Aurelio Gigli a Andrea Cioli
XIV.2161
1631.03.10




Maria Celeste a Galileo
XIV.2119 1631.03.11



Lorenzo Petrangeli a Galileo XIV.2221 1631.11.27




Alberto Cesare a Galileo
XVI.3331
1636.08.01




Alberto Cesare a Galileo XVIII.4073 1640.11.01